IL CONVENTO, IL LUOGO DEL CUORE DEI PULSANESI

Il Convento di Pulsano. Veduta esterna

Particolare del pozzo e del chiostro del Convento

Visita degli alunni dell’istituto comprensivo statale “Enrico De Nicola” al convento di Pulsano risalente al Settecento, costruito accanto alla chiesetta quattrocentesca intitolata a Santa Maria dei Martiri.

L'edificio fu voluto dal principe Sergio Muscettola, che con la sua moglie Maria Luisa Caracciolo, governò i feudi di Pulsano e Leporano e fu abitato, inizialmente, dai frati francescani, i monaci cioè che seguivano gli insegnamenti di San Francesco d'Assisi.

All'esterno, il convento si presenta come una fortezza: infatti, nei primi del Settecento, esso si trovava fuori dal centro del paese e poteva essere oggetto di saccheggi e attacchi da parte di pirati o gente straniera proveniente dal mare.

Per questo motivo, ad esempio, sopra la porta d'ingresso, c'è una caditoia, un elemento architettonico che serviva per rovesciare sul nemico sassi od olio bollente in caso di attacco.

Nei primi tempi, il convento serviva come ospedale e come scuola per i ragazzi che volevano intraprendere la strada del monachesimo. Con l'uscita dei francescani, il convento fu adibito a caserma dei Carabinieri e a scuola elementare pubblica.

Nel 1921 andarono le suore Stimmatine per farne un asilo nido e una scuola di cucito e ricamo per le donne del paese.

Il monumento è stato riaperto al pubblico il primo ottobre 2011, dopo lunghi anni di lavori di restauro che hanno reso la struttura più sicura ed accogliente.

Al piano terra c'è un chiostro con un pozzo al centro. Da qui si può vedere anche il campanile. In una sala, poi, c'è un affresco dell'Ultima Cena e una statua di San Pasquale Baylon.

Il convento è considerato da tutti i pulsanesi il luogo del cuore: un posto speciale, dove ognuno ha un suo particolare ricordo dell'infanzia e dell'adolescenza.

Macripò Giuseppe e Tripaldi Francesco

Foto di gruppo dei frequentanti del corso Pon

Particolare del campanile a vela. Una delle due antiche campane, purtroppo, è andata perduta

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